Il lago manzoniano è un itinerario nella natura che non ti aspetti, tra baite di montagna e eleganza mitteleuropea.

Di cosa parla questo post:
- Alla scoperta di un territorio di grande bellezza e di sorprendente genuinità
- 3 giorni da Como a Bellagio lungo la Dorsale del Triangolo Lariano
- 3 giorni da Bellagio a Lugano (con notte al rifugio S. Lucio) lungo il Sentiero delle 4 valli
- La pietra locale: la pietra di Moltrasio e il marmo nero di Varenna
Alla scoperta di un territorio di grande bellezza e di sorprendente genuinità
“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto a restringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte…” Alessandro Manzoni, I promessi sposi. 1825-1827

Rileggendo il celebre incipit vien voglia di rileggere il romanzo che è stato il primo romanzo italiano e formativo per il mio immaginario di ragazzina.
Manzoni aveva qui, in villa “del Caleotto” detta Villa Manzoni a Lecco, il suo posto del cuore. Il lago di Como mi era sconosciuto ed ho scoperto che è un posto bello non solo per lui!
L’occasione è stato un trekking di una settimana circa lungo la dorsale del Triangolo Lariano e il Sentiero delle 4 valli.
La città
Como è una città di origine romana, famosa per la lavorazione delle seta, ricca di arte e teatri, storia e monumenti come la notevole cattedrale di Santa Maria Assunta che custodisce dipinti e arazzi del XVI secolo. È meta turistica per lo shopping di lusso, ma anche per gli sport nella natura, ha una cucina schietta montanara e ottimi vini.

Lo scenario del lago è unico, con i suoi colori intensi e i riverberi, le strade strette e tortuose che lo circondano e la costa scoscesa che ospita ville storiche stupende, dimore di nobili, artisti e letterati.
In Como, per fare il pieno di arte (e di prodotti locali) si possono visitare agevolmente il complesso della piazza del Duomo di impianto gotico-romanico, con il Broletto del 1200, antica sede delle assemblee comunali e la torre campanaria, la Ex casa del Fascio, capolavoro in stile modernista, il Tempio voltiano in stile palladiano, Piazza San Fedele e la basilica. La passeggiata nel centro storico molto ben conservato e sul lungolago è piacevole tra botteghe, negozi e ristoranti.

Le ville sul lago
Se si ha tempo a disposizione, non si può tralasciare la visita alle stupende ville che si affacciano sulle sponde e per le quali il lago è famoso nel mondo. Tra le ville e i parchi da visitare sul lago di Como, possiamo elencare:
- Villa Olmo e il suo Parco, il principale di Como.
- Villa del Grumello
- Villa Saporiti
- Villa Gallia
- Villa Bernasconi in stile liberty a Cernobbio
- Alla del Balbianello a Lenno
- Villa Carlotta a Tremezzo
- Villa Pizzo
- Villa Monastero a Varenna
- Villa Melzi d’Eril a Bellagio
- Villa Pliniana del 1573
- Villa Erba
- Villa Fogazzaro Roi a Oria, Valsolda
Le sponde del lago assumono le sembianze di un fiordo scavato nelle Prealpi e offrono un panorama unico.
Il lago è stata la meta di un trekking che ha unito due itinerari in un’escursione alla portata di tutti gli appassionati e non troppo affaticante. Ci siamo concessi momenti di pausa, brevi tratti percorsi in bus (anche a causa della pioggia) e un trasbordo con traghetto da Bellagio a Menaggio, ad intervallare i due itinerari.
3 giorni da Como a Bellagio lungo la Dorsale del Triangolo Lariano
Tra “quel ramo che volge a mezzogiorno” (quello di Lecco) e l’altro ramo, che volge a ovest (quello di Como), c’è una lunga dorsale montagnosa detta Triangolo Lariano. Dalle sue pendici riusciremo a scorgere i due rami del lago che la cingono.
Il sentiero è lungo 33 km e si colloca ad un’altezza di 1200 mt circa sul livello del mare, con poco dislivello, su strade agricole e carrarecce, senza difficoltà per l’escursionista. Per chi volesse conoscerlo con maggior dettaglio rimando a questa quida e ai siti turistici di riferimento, a cui abbiamo attinto in parte per programmare il nostro itinerario.
Giorno 1:
Visita a alla città di Como e salita a Brunate.
Arrivando a Como la mattina in treno, da Bologna, c’è il tempo per una visita alla città che è a misura d’uomo. Accomodati in un dehor con vista sul Duomo, gustiamo un piatto di antipasti misti, salumi e formaggi tipici e un’ottima bottiglia senza spendere più che a Bologna. La città ci accoglie con un servizio e un’atmosfera perfetta. Avevamo un’idea diversa di Como: chissà perché, la immaginavamo altezzosa, a misura del turismo di lusso, invece ci sentiamo a casa.
Dal centro ci spostiamo, zaino in spalla, sul vicino lungolago e da qui, scaldati da un sole caldo primaverile che lo inonda, dopo qualche centinaio di metri raggiungiamo l’accesso alla funicolare che porta a Brunate.
Sulla funicolare non saliamo. (In ogni modo ci sono comode corse ogni 15 minuti fino alla dieci di sera). Scegliamo invece di fare una salita a piedi, molto ripida, lungo un sentiero che segue il tracciato della funicolare e, infatti, vediamo il mezzo fare su e giù tra la folta vegetazione alcune volte. La vista sulla città è notevole.

Arrivati a Brunate proseguiamo fino al piazzale S. Maurizio e da qui facciamo una sosta al Faro Voltiano, del 1927, costruito in memonia di Alessandro Volta, comasco. Il segnavia è il cartello rosso e bianco con il numero 1. Proseguiamo nel bosco fino alla Baita Carla dove pernottiamo dopo aver assaggiato un grande risotto! Cena alla carta.
Da Como città a Baita Carla: 5,7 km, 800 mt di dislivello circa.
Giorno 2:
Da Baita Carla proseguiamo lungo la dorsale. Si può scegliere se fare le “dorsali per cresta” e salire alla vetta del Broletto (1236), al Pizzo dell’Asino (1272), al Monte Palanzone (1436) o seguire le “dorsali” canoniche. Pernottiamo al B&B Emma a Pian del Tivano.
Abbiamo camminato per 15,7 km con soli 500 mt di dislivello.

Giorno 3:
Da Pian del Tivano ci incamminiamo alla volta di Bellagio e il finale è mozzafiato con la stupenda discesa panoramica sul lago. Il trekking termina a Guggiate, a due km da Bellagio, dove ci rilassiamo con una birra fresca in una piccola e accogliente piazzetta.
Percorsi 17,6 km e 470 mt di dislivello.

Un bus sulla statale ci porta all’imbarco dei traghetti di Bellagio e da qui, al tramonto, ci traghettiamo sull’altra sponda, sbarcando a Menaggio. Sempre in bus raggiungiamo la località di Breglia per il meritato riposo all’Hotel Breglia, da cui proseguiremo l’indomani per il trekking lungo il “Sentiero delle 4 valli”.
3 giorni da Bellagio a Lugano (con notte al rifugio S. Lucio) lungo il Sentiero delle 4 valli
Giorno 4:
Dopo il pernotto a Breglia, ci incamminiamo verso Malé. La segnaletica del percorso è il cartello rosso e bianco con il 3 barrato. A Malé ceniamo e dormiamo alla Locanda Maria, scansando un temporale da diluvio universale che dura tutta la notte e porta un freddo becco.
Il panorama incontrato oggi è squisito, tra valli, boschi e antiche baite in pietra. Vediamo con piacere che molte di queste vecchie baite sono state restaurate secondo la prassi del recupero conservativo, e sono case di villeggiatura in una natura bella e selvaggia che, pur trovandoci relativamente a bassa quota, pare incontaminata.
La tappa è stata abbastanza impegnativa, infatti sono 15,8 km e 1200 mt di dislivello circa.





Giorno 5:
Da Malè, dopo un tratto a piedi, raggiungiamo Cavargna con un passaggio in bus a causa del meteo. Considerando la stanchezza accumulata, il bus è stato provvidenziale, anche perché dalla località di Cavargna, dove non c’è modo di pernottare, ci rimettiamo in cammino per raggiungere il Rifugio san Lucio per la notte.
Il rifugio si fa conquistare con un discreto impiego di energie in questa giornata piovosa e arriviamo infreddoliti. Il giovane cuoco (che è anche il gestore), come accade in tutti i rifugi sa il fatto suo e ci delizia con un’ottima polenta e spezzatino.

Dal Rifugio san Lucio, avvolto da nubi scure e capricciose e sferzato dal vento, ammiriamo un panorama inaspettato e solo questo vale il viaggio! Nei pressi del Rifugio visitiamo la chiesa di S. Lucio, del XIII secolo. Siamo al confine tra Italia e Svizzera, a 1541 mt.
Abbiamo percorso a piedi circa 12,5 km e 600 mt di dislivello.
(Per chi volesse percorrere a piedi il tratto Malé-Cavargna consiglio di consultare la guida del Sentiero delle 4 valli).

Giorno 6:
La mattina lasciamo a malincuore i rifugio e il suo panorama davvero suggestivo, raggiungiamo la località di Dasio dove termina il nostro trekking.
Abbiamo percorso circa 12,5 km e 250 mt di dislivello.
A Dasio in bus arriviamo sul lungolago e poi da lì a Porlezza, dove pernottiamo in un ottimo appartamento.
Porlezza è un piccolo comune Italiano sulle sponde del lago di Lugano. A Porlezza ceniamo e ci abbandoniamo alla contemplazione del lago. L’ultimo giorno lo dedichiamo alla visita della città di Lugano, ornata da una stupenda scenografia di insenature e montagne che culminano nel Monte San Salvatore, e rientriamo la sera a Bologna.

Sicuramente da vedere a Lugano è la chiesa di Santa Maria degli Angeli sul lungolago. Semplice e sobria nell’esterno, custodisce affreschi del Cinquecento tra cui il grande affresco della Crocifissione e le scene della Passione, i Profeti. A sinistra della navata si può ammirare l’Ultima cena ispirata all’Ultima cena di Leonardo, ad opera di Bernardino Luini (1529-32).
A pochi passi vi è il MASI, il museo d’Arte della Svizzera Italiana dall’architettura accattivante che si protende come una prua o uno sperone sul lago, nato nel 2015 e che attrae più di 100.000 visitatori all’anno.

La pietra locale: la pietra di Moltrasio e il marmo nero di Varenna
Le case di montagna sul lago di Como, ad un’altitudine di circa 1500 mt sul livello del mare, sono baite in pietra, o pietra e legno.
L’etimologia della parola “baita” è incerta, ma il significato è di origine tedesca: “guardia”. Le baite erano abitazioni stagionali, utilizzate come ricovero per gli animali nei mesi estivi quando le mandrie vengono portate negli alpeggi, cosa che accade tuttora anche nelle zone attraversate dal nostro trekking.
La pietra utilizzata in questi territori è quella presente nella zona del Lario e cioè il sasso di Moltrasio e il marmo nero di Varenna.
Il primo è la tipica pietra del lago di Como e dei paesi circostanti. Anticamente lavorata a mano, è utilizzata nel Lario sud-occidentale fin dall’età romana. La pietra di Moltrasio si presta ad esser utilizzata negli esterni, in rivestimenti, pavimenti, soglie, davanzali, scale, fontane. Le cave erano presenti nell’entroterra, ma anche sulle rive del Lago di Como per via del trasporto navale.
É una pietra diffusa anche in Svizzera, è scura, di colore grigio-nero, molto elegante, e fa parte geologicamente del Calcare di Moltrasio. Come tutte le pietre, può assumere colorazione diversa se esposta alla luce, infatti assume tonalità grigio chiaro.
A Varenna, località a Est del lago di Como, proprio di fronte a Bellagio, si estrae invece il marmo nero, utilizzato nel Cinquecento per ornamenti, cornici, frontoni, edicole ecc. negli edifici religiosi della Lombardia. Il particolare colore nero è dovuto agli organismi (fitoplancton) e carboni fossili presenti in questa roccia sedimentaria che è durevole e adatta, anch’essa, a pavimentazioni e murature.
Queste pietre conferiscono un particolare mix di tinte chiaroscurate, molto suggestive.

Di cosa parla questo post:
- Alla scoperta di un territorio di grande bellezza e di sorprendente genuinità
- 3 giorni da Como a Bellagio lungo la Dorsale del Triangolo Lariano
- 3 giorni da Bellagio a Lugano (con notte al rifugio S. Lucio) lungo il Sentiero delle 4 valli
- La pietra locale: la pietra di Moltrasio e il marmo nero di Varenna
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