Fai della tua casa un luogo dell’anima, per amarla sempre.

Sentirsi a casa non è una frase fatta e non è sempre scontato. Possiamo fare molte cose semplici per sentirci davvero bene con noi stessi e gli altri a casa nostra.

Idee per rendere la casa più accogliente.

Di cosa parla questo post:

 

Il calore della luce soffusa delle lampade.
Il calore che la luce soffusa delle lampade restituisce rende la casa più accogliente. Foto: Ricky Esquivel/Pexels

Per stare bene in casa propria bisogna operare, dove possibile, scelte di rispetto, protezione, salvaguardia e cura. Perchè?

Perchè in quest’epoca abbiamo acquisito una nuova consapevolezza: le risorse sono poche e destinate a ridursi, lo sfruttamento dell’ambiente è un tema urgente che entra nelle nostre case orientando le nostre scelte. Da qui l’importanza di recuperare l’architettura esistente e i suoi materiali, ma anche di mettere in atto abitudini di vita nuove e orientarsi a un modo di vivere che dona un benessere genuino.

Anche in casa dobbiamo raccogliere luce, silenzio, oggetti d’affezione, oggetti belli da contemplare, profumi e suoni della natura, cose preziose confezionate con cura: tutto ciò arricchisce il nostro “sé”.

Queste sono necessità dell’anima, che richiamano anche memoria e radici. Le case (e le cose) hanno un’anima! Come negarlo?

Prendersi cura degli spazi per avere cura di sé.

Gli studi di neuroscienze applicate all’architettura considerano il processo di “omeostasi” degli individui che, cioè, si adattano costantemente all’ambiente circostante. Cosa vuol dire? Omeostasi deriva da due parole greche: òmoios, “simile” e stasis “posizione” e indica il processo di autoregolazione degli esseri viventi per mantenere una stabilità di condizioni.

In generale è l’abilità di un organismo di autoregolarsi, come ad esempio “la capacità, propria dei mammiferi e degli uccelli, di mantenere la temperatura corporea ottimale al variare della temperatura esterna” (Fonte: Treccani). Ciò avviene in un processo inconsapevole volto a ridurre e fronteggiare lo stress.

Ma che cosa ha a che vedere questo con gli ambienti in cui decidiamo di vivere o ci troviamo a vivere?

La risposta è che la struttura e l’aspetto degli ambienti influiscono su come noi ci sentiamo in essi. Sembrerà lapalissiano, ma non è scontato. Se gli ambienti sono “ostili” (in senso fisico, ad esempio una casa difficile da scaldare, ma anche cognitivo e psicologico, ad esempio una casa percepita come fredda e impersonale) noi attueremo strategie per ripristinare il nostro equilibrio interno.

Come ci dice un articolo di neuroarchitectura.com che tratta argomenti sulla relazione tra neuroscienze e design, “la scelta di determinati attributi spaziali può determinare altrettanto specifici stati mentali degli occupanti, siano essi di tipo emotivo, cognitivo o relazionale”. Per questo gli ambienti possono e devono essere progettati per garantire il nostro benessere. E devono essere progettati per essere fruiti nel modo giusto.

Ma, allora, quali linea guida tenere a mente per creare il nostro spazio di benessere in casa?

Non siamo molto lontani dalla risposta se pensiamo a ciò che istintivamente ci fa stare bene!

Gli architetti parlano di necessità nuove che emergono nella progettazione dello spazio, il quale deve rispondere a sensazioni di famigliarità, accoglienza e sicurezza, oltre che funzionalità e fruibilità.

Si parla di “Hygge”, parola danese che identifica uno stile di vita volto al benessere interiore. Il termine risale al XIX secolo e significa “pensare o sentirsi soddisfatti” e traduce cioè quella sensazione intima e piacevole di protezione che proviamo quando siamo insieme alle persone care, in un ambiente sicuro e accogliente. Indica un modo di vivere che dà valore alla convivialità e agli affetti coltivati nello spazio di una casa illuminata dalla luce calda delle lampade, o soffusa delle candele.

A casa nostra come in Danimarca scommetto che vale la stessa regola: in casa si deve poter accogliere gli amici in modo informale e gli spazi privati fluiscono in quelli della convivialità.

Seguono questo trend l’arredo e la distribuzione dei volumi, e si modifica l’illuminazione. Perdono punti i faretti incassati nei controsoffitti, mentre guadagnano terreno le lampade, le quali aggiungono alla luce uniforme di fondo le cosiddette luci di accento.

Tornano in auge le lampade da tavolo, le lampade da terra e le vecchie abat jour, magari dal sapore vintage. Per leggere, per sorseggiare una tisana, per meditare o per raccontarsi storie in un ambiente caldo e tiepido come fossimo davanti a un fuoco scoppiettante.

Risponde inoltre allo stesso bisogno di benessere la richiesta di spazio da destinare alle piante, sempre più numerose in casa, e alla quale l’architetto deve rispondere progettando luoghi ad hoc. Ecco che rendere la casa accogliente va di pari passo con lo stare bene.

Arredare la casa con le piante in vaso.
Arredare la casa con le piante in vaso. Foto: Rachel Claire/Pexels

Suggerimenti per stare bene in casa e rendere la casa accogliente.

La psicologia dell’abitare unisce le scelte progettuali al fenomeno della nostra percezione del colore.

Lo scopo ultimo è realizzare un vissuto di benessere da parte delle persone che occupano il loro spazio, specialmente lo spazio domestico, ma non solo.

La psicologia degli spazi.

La psicologia del colore, non a caso, è importante anche per gli spazi cittadini e di lavoro (biblioteche, industrie, scuole, impianti sportivi, teatri ecc.). I fattori psicologici legati alla dimensione dello spazio sono importanti nella definizione e previsione dei comportamenti di fruizione nei cosiddetti “non luoghi” (spazi pubblici come aeroporti o stazioni…) cioè spazi di transito, non identitari, o meglio che chiamano in causa identità collettive, prima di quelle individuali.

Questi spazi possono così suscitare, ad esempio, sensazioni di sicurezza e di efficienza, incentivare la socialità, indurre a fermarsi e al relax oppure alla concentrazione, alla performance ecc. Lo sa bene chi progetta palestre, ristoranti o librerie.

Interno di un elegante caffè.
Interno di un elegante caffè con luce calda. Foto: Maria Orlova/Pexels

Il colore, così come l’ordine spaziale e la luce, influenza il nostro stato psico-fisico.

La risposta allo stimolo è individuale. Tuttavia pulizia e luce, ad esempio, danno genericamente un senso di benessere, al di là dei gusti e e delle abitudini di ognuno. Viceversa, ambienti scuri creano uno stato di maggior inquietudine.

La rappresentazione dello spazio nel cervello si genera grazie all’esperienza e riguarda la nostra rappresentazione corporea. Cosa vuol dire? Che viviamo lo spazio in base a come percepiamo di poterci muovere e agire in esso. La percezione di spazio, luce e colore è la variabile in gioco in questo processo di consapevolezza.

Ciò che vediamo e percepiamo arriva come informazione al cervello tramite i sensi. Il cervello traduce l’informazione in azioni e la trasforma in ricordo. Così, quando ci troviamo in un luogo per la prima volta, il cervello crea una mappa mentale per orientarsi in quel luogo, una mappa che ha a che fare con l’azione possibile in quel luogo (come muoversi in esso).

La casa e il corpo.

Il nostro rapporto fisico con le stanze di una casa è il rapporto che il cervello ha con la simulazione di atti e sensazioni che quegli spazi evocano. Le informazioni spaziali vengono processate di continuo sotto forma di mappe cognitive.

Un processo simile avviene se pensiamo alla progettazione di oggetti di design che chiama in causa le cosiddette “affordance”, cioè “inviti all’agire” o “inviti all’uso” (a ruotare, schiacciare, tirare ecc.).

Facciamo un esempio. Banalmente, se una maniglia non è percepita come tale, o non ne è percepita la robustezza, difficilmente verrà utilizzata. Quindi se l’affordance viene correttamente percepita, si avrà l’azione voluta, se non è percepita l’azione non si avrà. Il designer deve quindi tenere in conto non solo l’estetica e la capacità del materiale che usa, ma anche questo elemento fondamentale della progettazione.

L’invito ad agire che l’oggetto induce nelle persone corrisponde ad un’idea costruita dal cervello di ciò che è possibile fare con quell’oggetto. Per questo motivo proviamo un senso di comodità o scomodità, sicurezza o insicurezza, ecc.

La semiotica dello spazio, ad esempio, affronta il nesso tra lo spazio dato e lo spazio vissuto per capire dove e come nella progettazione di uno spazio (significante) sta il modo in cui questo viene interpretato dagli individui (significato). Questo può servire per correggere la rotta a partire da come un ambiente viene vissuto. L’argomento è complesso e rappresenta un’affascinante materia di studio, chi è interessato può trovare qui alcuni spunti. 

Ciò che è evidente è che lo spazio comunica e suscita azioni e passioni!

Lo spazio, quindi, è progettato per essere adatto allo scopo, cioè utile, ma anche e sempre più per generare soddisfazione, appagamento, serenità e equilibrio psicofisico.

Tornando alle nostre abitazioni, un modo semplice per influenzare in positivo la percezione dello spazio è l’uso del colore.

I colori vengono quindi utilizzati in modo “strategico” per trasmettere sensazioni di un certo tipo e ottenere la risposta psico-fisica cercata. Come, appunto, mitigare lo stress. L’obiettivo finale è star bene in casa propria e far star bene chi viene a trovarci.

Ma come può il colore stimolarci in tal senso?

Usare i colori e il chiaro-scuro per costruire volumi armonici.

Noto è che i colori hanno influenza sul nostro cervello e sono materia di studio della psicologia. La cromoterapia, ad esempio, li utilizza come ausilio nei processi di guarigione.

Nell'arcobaleno i colori dello spettro.
Nell’arcobaleno i colori dello spettro. Foto: Paweł Fijałkowski/Pexels

Simbologia e psicologia collocano il blu e il verde, e in generale i colori freddi, come colori che comunicano calma e pace, associandosi al colore del mare, del cielo e della vegetazione. Spesso infatti viene consigliato di utilizzarli nelle stanze da letto, specialmente dei bambini piccoli, per favorire il momento del sonno.

In molti contesti culturali il verde richiama l’equilibrio, il viola il mistero e la sofisticatezza, il giallo dà energia ma affatica, il rosso indica vitalismo, forza, in parte aggressività. Restituisce un senso e una risposta fisica di calore, è eccitante e stimola l’organismo. Simbolicamente il rosso è associato al sangue e alla seduzione. Inoltre, sembrerebbe stimolare realmente l’appetito, forse in associazione al colore rosso di molti frutti.

Il bianco comunica pulizia e purezza, ma anche freddezza e asetticità. Il nero conferisce eleganza, richiama un senso di potere, ma rende l’ambiente lugubre se è presente in eccesso. Il beige e in genere i colori neutri, le “terre” e i grigi donano stabilità, sicurezza e eleganza.

Ma come utilizzare i colori nelle pareti di casa per rendere la casa accogliente? La scelta tiene conto della funzione degli ambienti, della personalità di chi li vive, della sensazione che si vuole stimolare.

Qui conta molto non solo lo spettro (cioè il tipo di colore: dai viola ai rossi, gialli, verdi, turchesi e blu), ma anche il livello di saturazione del colore (la saturazione è l’intensità del colore, cioè la presenza del colore “puro”, ad esempio una foto in bianco e nero ha zero saturazione).

Più i colori sono saturi più sono “forti”, presenti e impattanti. Questo stimola e contemporaneamente “invade” l’individuo che interagisce con il colore nello spazio. Se desaturati, viceversa, i colori sono più riposanti e comunicano morbidezza, calma e comfort. Le preferenze e le reazioni “a pelle”, fisiologiche ed emotive ai diversi colori e gradienti sono personali: c’è chi prova sensazioni migliori alla vista di pareti tinteggiate con colori forti, chi preferisce circondarsi di tinte tenui e spente.

Indubbio è che la presenza della pietra e del mattone donano calore e colore agli ambienti. Quanto più la pietra ha venature rossastre, quanto più vira verso i colori caldi, tanto più creerà un senso di accoglienza.

L’effetto è realizzato anche grazie alla texture di entrambi i materiali che, fungendo da pattern naturale, decora la parete, la riempie, la arricchisce come potrebbe fare una “tappezzeria”.

Per questo, mantenere o riportare la pietra o il mattone a vista negli interni, e non solo all’esterno della casa, è una scelta di gusto e di praticità perchè permette di realizzare una quinta scenografica senza dover ricorrere ad arredi o tappezzerie. L’effetto della luce naturale, magari al tramonto, ma anche e soprattutto della luce delle lampade sulla texture della pietra o del mattone accresce la preziosità dell’ambiente e il senso di piacevolezza.

Rendere la casa accogliente: soggiorno con pareti in mattoni a vista.
Soggiorno con pareti in mattoni a vista. Foto: Chait Goli/Pexels

Come si possono usare i colori in relazione allo spazio per rendere armonico un ambiente?

Con il colore si può efficacemente, e con poca spesa, modificare la percezione dei volumi. Più precisamente, con i contrasti di chiaro-scuro. Creando sensazioni.

In breve ecco una casistica da mettere in pratica e verificare empiricamente!

  • soffitto e pareti bianche “allargano” una stanza di misure ridotte
  • pareti colorate con tinte scure “restringono” una stanza troppo ampia (creando un “effetto scatola”)
  • colorare la parete di fondo la “avvicina”, cioè riduce la profondità eccessiva di una stanza
  • viceversa, colorare tutte le pareti presenti “allontana” la parete di fondo
  • colorare di scuro il soffitto “abbassa” la stanza
  • avere un pavimento scuro “alza” la stanza
  • lasciare le pareti laterali chiare “allarga” la stanza
  • scurire le pareti laterali “restringe” la stanza
Esempio di utilizzo molto suggestivo del colore negli ambienti.
Esempio di utilizzo molto suggestivo del colore negli ambienti. Foto: Sasha Pshenkov/Pexels

A questo proposito, il muro in pietra o mattoni può restituire lo stesso effetto che si otterrebbe applicando un colore alla parete, e ciò va considerato nel progetto. Anche le coperture in legno con travi a vista vanno lasciate tinta legno oppure dipinte di bianco a seconda del risultato percettivo necessario.

Personalmente ho messo in pratica l’effetto del colore scuro sul soffitto del mio piccolo corridoio, che ho tinteggiato di blu con l’intento di abbassarne otticamente l’altezza e far apparire più largo l’ambiente che, infatti, risulta visivamente più equilibrato nelle sue proporzioni.

Dal comfort alla felicità.

La casa, quindi, può essere progettata o ristrutturata anche come spazio di rigenerazione e rispondere alla necessità di rilassamento, alla ricerca del benessere fisico (il comfort), ma anche intellettuale e spirituale (felicità). Possiamo creare uno spazio a misura di noi stessi anche con poco.

Le due cose non vanno disgiunte e nemmeno confuse: non sempre il comfort basta a renderci felici e a nostro agio in un ambiente.

Dal 2014 Ikea ha deciso di condividere le osservazioni fatte sull’”universo casa” tramite il “Life at Home Report”Il documento raccoglie le testimonianze dei clienti sulle abitudini e gli stili di vita e tratteggia l’evoluzione dell’idea di casa nel tempo tramite i punti di vista dei clienti da tutto il mondo.

Curiosando sul sito dedicato leggo che “il 54% ritiene che l’aspetto più importante in una casa ideale sia la capacità di distendersi e rilassarsi”, come la risposta di Mehek, 37 anni, indiana che sottolinea: “Home provides me with protection. It is like a tree shielding me from all the problems”. (“La casa mi fornisce protezione. È come un albero che mi protegge da tutti i problemi”).

Casa e natura: protezione e benessere.

Di questa nota apprezzo l’utilizzo dell’immagine dell’albero che, infatti, è usata nella meditazione e nelle pratiche di mindfullness.

Se, oltre alla casa, abbiamo cura e rispetto per gli alberi che la circondano, siamo decisamente avvantaggiati nel procurarci quel benessere tanto desiderato. Quanto ci appaga l’idea di rilassarci ai piedi di un bell’albero frondoso? E quanto ci fa sentire schermati e protetti? Quanto ci viene spontaneo, se organizziamo un picnic, andare ad appostarci sotto l’albero più bello e rigoglioso? Trovare lì il nostro “posto bello”?

Rilassarsi ai piedi di un albero. Sagoma di un albero e di una donna seduta in controluce.
Rilassarsi ai piedi di un albero.

La necessità dell’individuo di star bene dove vive, facendo della casa qualcosa che va ben al di là dell’avere spazi funzionali o di rappresentanza e “status”, è evidente.

Pensiamo alla suggestione che ha anche da noi il Feng shui cinese che, non a caso, attribuisce molta importanza alla camera da letto perchè è il luogo della nostra “rigenerazione”.

La casa è il luogo dove rigenerarsi.

Il Feng shui è una disciplina che interpreta il paesaggio e gli edifici in relazione all’energia vitale positiva che in essi scorre, con lo scopo di ottenere un maggiore benessere individuale e che, per questo, stabilisce  delle regole per la disposizione degli ambienti della casa.

Si tratta di un arte cinese composita che ha a che fare con la “divinazione per mezzo della terra” e dove intervengono due elementi principali della natura, vento e acqua, a simboleggiare il principio maschile e quello femminile. Nel Feng Shui una serie di regole legate ai punti cardinali e ai flussi di energia vitale armonizzano l’energia all’interno della casa per dare serenità a chi la vive. Una di queste, tra le più conosciute, è ad esempio quella di dormire con la testa a nord (direzione dell’acqua, del femminile e del riposo).

La casa, inoltre, dovrebbe essere di forma regolare, evitando spigoli e “amputazioni” dello spazio. L’energia cioè deve fluire e non può incontrare linee sghembe o percorsi interrotti. Anche qui i colori hanno valore simbolico e energetico: il blu è il colore del nord e del riposo, mentre il rosso il colore del sud, dell’energia, della trasformazione.

In conclusione, a tutte le latitudini la casa può diventare per certi versi un piccolo personale spazio sacro. Innanzitutto uno spazio contemplativo. Se la costruiamo come tale, conservandone per prima cosa la bellezza, non smetteremo mai di sentirci bene in essa.

Otterremo, cioè, un senso di appagamento duraturo nel tempo, a conferma che le scelte fatte nella nostra casa sono state buone scelte. Perchè ancorate ad un’intima necessità. Questo vuol dire che lo spazio si prende cura di noi quando noi ci prendiamo cura di lui.

Benessere in casa
Casa: il luogo dove stare bene. Foto: Li Artsy/Pexels.
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